Page 11 - Il puls
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Il pulsante e altri racconti 11
tutto per attraversare. Non mi sono mai sentito così potente: con un
dito, come per miracolo, posso fermare quell’enorme massa in
movimento. Tonnellate e tonnellate che tu, né generale né condottiero,
ma persona qualunque, fermi. Dal caos e fragore più totali, alla calma,
all’immobilità assoluta. Ristabilisci l’armonia. Incredibile. Tutti si
devono arrestare (se tu lo vuoi), tutti quei prepotenti ed egoisti di
automobilisti. E vedi i manager (gli “arrivati”) in prima fila con le loro
grosse auto fermarsi quasi con piacere (il piacere di quando si è
chiamati al dimenticato dovere), con la faccia compiaciuta per il
proprio gesto di magnanimità: fermarsi sulla statale per far passare
anche un solo pedone. Si arrestano prontamente, con il massimo dei
riflessi (di fronte al rosso ci si deve fermare sempre: alcune regole del
traffico si devono rispettare con rigore; il codice della strada è,
talvolta, quando conviene alla coscienza, un segno di civiltà, come
l’automobile, suo simbolo). Immobili, ligi al rosso, stanno tutti lì a
fissarmi: per venti secondi precisi, nel silenzio, quegli stronzi mi
seguono con uno sguardo di commiserazione mentre attraverso la
strada. Io rispondo con la mia camminata sicura, il mio portamento
fiero e deciso (anche se minato dall’imbarazzo), forte della mia
cartella in pelle, della cravatta, del mio abito elegante. Per aprire il
cancello automatico della multinazionale in cui lavoro, sfodero il
badge, ribattendo a mia volta, in modo incoerente, con la tecnologia
inquinante di quel rettangolo di PVC, con la mia posizione in una ditta
che produce componenti proprio per la famigerata automobile. Ma il
dramma interiore che vivo è autentico. Loro non sanno quanto mi è
costato schiacciare quel pulsante e fermare una quarantina di mezzi
per poi farli ripartire: l’accelerazione da fermo comporta un dispendio
energetico ed una emissione inquinante enormi. Non mi sono certo
fatto scrupolo di poter arrecare disturbo agli automobilisti (anche loro
devono imparare che il prossimo esiste), quanto piuttosto del fatto che
sono stato costretto a fermare decine di mezzi. Ecco che cosa
comporta esercitare il proprio diritto di pedone. Un diritto che nuoce
in modo eccessivo alla collettività.