Page 15 - Il puls
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- « Io ho un sogno. Sì, Signori, ho un sogno: cambiare questa
società alla base, radicalmente! Non voglio essere semplicemente un
uomo politico illuminato, ma guidare la società in veste di filosofo,
non un filosofo come tutta quella marea che c’è stata finora, di quel
genere che ci hanno propinato a scuola e i cui libri poi noi tutti
abbiamo lasciato ricoprire di polvere mentre vivevamo le nostre vite.
Un nuovo tipo di filosofo, un rivoluzionario. Affanculo la metafisica,
l’ermeneutica, l’ontologia. Ma dimenticatevi anche dell’etica, della
ragion pratica, della morale. Qui serve davvero inventare qualcosa di
nuovo, qualcosa che sconvolga la società attraverso un profondo
cambiamento della vita di ogni persona. Fate insieme a me questa
semplice considerazione: le società si sono evolute, le differenze di
classe si sono appianate. Ci sono state le rivoluzioni, l’abbattimento
della schiavitù, il sessantotto, le lotte operaie. Lo sforzo verso
l’eliminazione delle disuguaglianze è stato grande, e sebbene i risultati
siano tutt’altro che soddisfacenti, la tensione verso un miglioramento
sociale è stata forte. Ma non vi rendete però conto che in tutto questo
non è mai stata considerata la dignità sessuale delle persone, nulla è
stato fatto perché ognuno si senta, perlomeno, rispettato nell’aspetto
della vita più riservato, intimo, certo meno “essenziale’’ di altri per la
sopravvivenza, ma così importante per sentirsi vivi, o anche solo
accettati? Nulla è stato fatto per le ciccione, le brutte, i brutti, i
complessati, gli eterni vergini e le eterne vergini, i timidi, gli
introversi, i paurosi, i quali tutti, mortificati nella carne, feriti nella
propria dignità, invidiano, reprimono, non riescono a farsene una
ragione e, umiliati, si ritrovano, soli, in compagnia delle loro fantasie,
nelle quali fantasticano la loro rivincita, dove possono dare libero
sfogo ai propri desideri e, soprattutto, al loro bisogno di essere
desiderati, senza poi venir mortificati; fantasie che diventano la sola