Page 15 - Incidente stradale
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Le indagini di un ricercatore                                                                      15


               alta considerazione proprio in virtù di quella sua condizione; il fatto di
               poterla avere vinta sugli incontrollabili eventi del destino (sulle sue
               malefatte), che fossero la vecchiaia o la distrazione, scagionando quel

               signore grazie ad un cono d’ombra dimostrabile con il rigore della fisi-
               ca.







                    Tenevo i miei sudati e consunti testi universitari in vista in uno de-

               gli scaffali della libreria, accanto ai libri non scolastici, di solito gli
               unici ad essere considerati “libri”. Una parte importante di quello scaf-
               fale era dedicata all’ottica, materia molto amata da me forte miope,
               sempre alla ricerca della luce e interessato alla comprensione dei mira-

               colosi meccanismi della visione e delle malattie che non permettono di
               godere dello spettacolo che essa ci regala ogni giorno. In fisica hanno
               grande fascino le equazioni in sé, ma sono anche molto importanti e

               chiarificatori i grafici e i disegni, in particolar modo (ed evidentemen-
               te) nel campo dell’ottica, materia di per sé molto ostica: i libri di ottica
               sono corredati sì di schemi e disegni, ma quasi mai, e mai abbastanza,
               come mi sembrerebbe ovvio, contengono fotografie di esempi visivi

               reali. La branca dell’ottica che mi accingevo a usare era quella appros-
               simata (ma sufficiente per un primo approccio) dell’ottica geometrica,
               ossia geometria applicata ai raggi luminosi, geometria visiva (!). Deci-

               si di cominciare facendomi un bello schema dell’ingrandimento pro-
               vocato da una singola lente (spessa), positiva o negativa che fosse.

                    Mi resi conto solo in quel momento, con sorpresa, dell’impatto di
               tipo estetico che possono avere gli occhiali (ingrandiscono o rimpic-

               cioliscono ogni singolo occhio, specialmente se il difetto è elevato e se
               si tengono gli occhiali distanti dagli occhi, calati sul naso). A pensarci
               bene, è naturale che se ci mettiamo a guardare attraverso una lente col-
               locandoci dalla parte opposta di quella in cui ci troviamo di solito, il

               comportamento sia (circa) simmetrico. Quindi, seppur l’occhio sia più
               vicino della distanza a cui si trovano normalmente gli oggetti che
               guardiamo, la lente ha una sua qualche influenza anche nella direzione

               contraria, ossia quando osserviamo come oggetto ciò che normalmente
               è il soggetto che guarda (approssimativamente la parte esterna dell’oc-
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